UniZEB ha organizzato un corso in merito ai Criteri Ambientali Minimi (CAM), che si è articolato in due incontri di quattro ore l’uno, permettendo non solo ai membri del team, ma anche ad esterni, di poter essere aggiornati in materia, poichè crediamo che la formazione degli ingegneri del futuro debba passare anche attraverso un’attenzione all’ambiente e alla sua salvaguardia.
Alla fine del corso, i partecipanti hanno avuto la possibilità di svolgere un test ed ottenere il rilascio di un Attestato di formazione per il personale del cantiere, che segue la qualifica secondo il Decreto Ministeriale dell’11 ottobre 2017 -2.5.4.
Il concetto di sostenibilità
Durante il corso CAM, l’ingegner Daniele Ottolitri ha approfondito il concetto di sostenibilità, introdotto per la prima volta nella conferenza dell’ONU a Stoccolma nel 1972. Lo sviluppo sostenibile è definito come il soddisfacimento dei bisogni del presente -a livello economico, sociale ed ambientale- senza che sia compromessa la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Sostenibilità: nuovo paradigma culturale all’insegna dell’innovazione
Tutte le diversità culturali sono da salvaguardare (tanto quanto la biodiversità dev’essere protetta in natura), anche grazie al concetto di sviluppo sostenibile, che è caratterizzato da diversi elementi:
- approccio olistico, secondo il quale l’insieme è più importante delle singole parti che lo compongono, e metodo integrato, mediante interconnessione di sistemi, allo sviluppo economico, sociale ed ambientale
- visione a lungo termine (25-50 anni) per la gestione dei processi
- resilienza, cioè capacità di resistenza e di adattamento alla mutate condizioni ambientali, sociali ed economiche
- partecipazione, cooperazione e condivisione dei processi
- equità: sia in senso intragenerazionale (parità di accesso alle risorse sia economiche, che socio-culturali da parte di tutti i cittadini del pianeta) sia in senso intergenerazionale (pari opportunità fra successive generazioni)
- conservazione ed uso efficiente dello stock di risorse costituenti il capitale naturale di cui dispone l’attuale generazione
- necessità di lavorare in team e di condivisione dei saperi, all’insegna di un approccio rivolto all’innovazione: per un futuro più green ed ecosostenibile!
Cosa sono i CAM?
Alla luce di queste considerazioni, Ottolitri ha presentato i Criteri Ambientali Minimi (CAM). Questi sono i requisiti ambientali ed ecologici -definiti dal Ministero dell’ambiente- atti ad indirizzare le pubbliche amministrazioni verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti. Forniscono indicazioni per l’individuazione di soluzioni progettuali, prodotti o servizi migliori dal punto di vista ambientale.
La definizione dei CAM rientra fra i compiti assegnati al Comitato di Gestione del GPP (acquisti verdi) che si avvale, per la loro elaborazione, di gruppi di lavoro tecnici, rappresentanti ed esperti della pubblica amministrazione e delle centrali di committenza, enti di ricerca, università e referenti delle associazioni di categoria degli operatori economici del settore di riferimento.
I CAM si dividono in 17 categorie di forniture ed affidamenti. Il dottor Ottolitri si è concentrato sui CAM in edilizia, ovvero i criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici.
Gli obiettivi dei CAM
Gli obiettivi dei CAM in merito alla politica pubblica degli appalti verdi consistono nel:
- ridurre gli impatti ambientali
- promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili
Oltre alla valorizzazione della qualità ambientale e al rispetto dei criteri sociali, l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi risponde anche all’esigenza della pubblica amministrazione di razionalizzare i propri consumi, riducendone il più possibile la spesa.
CAM e la loro necessità
L’Ingegner Ottolitri ha analizzato i problemi globali che hanno portato alla stesura dei criteri ambientali minimi per l’edilizia, dal cambiamento climatico, al riscaldamento globale, al consumo delle risorse, all’integrità della biosfera… Temi sempre caldi ed attuali, su cui si concentrano confronti scientifici e dibattiti politici da molti anni. L’impellenza della stesura dei CAM nasce dalla considerazione che, ad oggi, viene consumato annualmente molto più di quanto la Terra produca: sfruttiamo l’equivalente di circa un Pianeta e mezzo ogni anno!
In effetti, diversi studi dimostrano che, tra gli anni ’70 e gli anni ’80 del secolo scorso, il carico esercitato dall’uomo sulla Terra ha superato la sua biocapacità e che oggi il “carico umano” corrisponde al 170% circa della capacità della biosfera: con questo trend nel 2050 consumeremo 2,5 pianeti… “E’ questo limite che non si deve superare per evitare conseguenze irreversibili sul clima del pianeta” afferma Ottolitri.
Considerazioni sul settore dell’edilizia
In tutto questo, il settore dell’edilizia gioca un ruolo fondamentale, poiché la filiera delle costruzioni e il suo indotto sono responsabili di più del 40% delle emissioni, impattando su diversi aspetti del clima. Basti pensare che, in Europa, il settore delle costruzioni e la relativa industria sono responsabili del 50% dei rifiuti prodotti.
A differenza, ad esempio, del settore industriale, il cui impatto è già standardizzato, il settore dell’edilizia è in ritardo: da decenni le industrial productions sono dotate di sistemi di qualità, ingegnerizzazione e controllo dei processi.
Nel Rapporto GreenItaly 2017, si nota come la Green Economy sia una delle leve competitive più potenti: una coraggiosa e vincente evoluzione di sistema, avviata dal basso, che si basa su investimenti e produce lavoro, sostiene la coesione delle comunità e si intreccia con il territorio.
Cosa si prospetta?
Negli ultimi anni, la crescente consapevolezza di queste problematiche ha portato a dei risultati positivi:
- è stato riscontrato un abbassamento globale della povertà estrema: dai 2 miliardi di persone con reddito inferiore ai 2$ giornalieri nel 2000, ai 700 milioni di oggi
- a livello socio-politico, è aumentata la consapevolezza sui rischi del Global Warming
- creazione di numerose soluzioni scientifico-tecnologiche per affrontare le emergenze del futuro prossimo
- si è dato avvio alla quarta rivoluzione industriale: siamo nell’epoca dei sistemi ciberfisici, dell’intelligenza artificiale, dell’ “internet of things”, delle reti, dei Big Data, delle società smart… Che avranno come conseguenza
- una diminuzione dei consumi di risorse e di energia, consentendo il passaggio da un’economia di tipo lineare ad un’economia di tipo circolare
- una cultura basata sull’uso del prodotto piuttosto che sul consumo
- si è posta una nuova attenzione alle città sostenibili e a misura d’uomo. Tale logica trova applicazione in città smart, con l’incremento dei servizi disponibili, l’inserimento del verde ed il miglioramento complessivo del benessere sociale.